Diario di Viaggio – Baviera 2015

Isarradweg, da Mittenwald a Bad Tolz e Monaco di Baviera.

L’idea di provare a misurarsi in un viaggio in bicicletta è sicuramente nell’immaginario di molti di noi. Lo spirito di avventura, la voglia di scoprire luoghi sconosciuti hanno accomunato Silvano e Daniele che nell’estate 2015 hanno percorso i sentieri lungo il fiume Isar in Germania, dalle Alpi fino a Monaco di Baviera.

Quello che segue è il racconto di tre giorni indimenticabili.

Leggi la Guida di Viaggio su Tribe Magazine

Domenica 30 maggio 2015

L’appuntamento è a Salgareda alle sei e trenta del mattino. Daniele arriva puntuale in auto con le bici già caricate la sera prima: la giornata è uggiosa e, nonostante domani sia giugno, il cielo non promette nulla di buono. Già in Valsugana nuvole scure ci sovrastano, quasi volessero accompagnarci verso la nostra meta Mittenwald, punto di partenza del nostro Bayern Mtb Tour 2015!

Il sole sembra non voler apparire all’orizzonte e mille dubbi affollano la nostra mente “Chissà cosa ci aspetta: speriamo che almeno non diluvi, altrimenti che si fa?”. Sì perché, nonostante sia tutto programmato, dall’itinerario agli hotel, le previsioni meteorologiche non sono rassicuranti. Con questi pensieri, ma anche con tante aspettative per la nostra prima avventura in mountain bike, raggiungiamo il confine tra Austria e Germania dove ad aspettarci c’è un posto di blocco a dir poco inquietante.

Poliziotti in assetto anti sommossa, barriere per deviare ed incanalare i veicoli presso i punti di controllo, decine di auto e blindati dell’esercito, un elicottero che sorvola il territorio. Cosa sta succedendo?

Mentre consegnamo i documenti e spieghiamo ai poliziotti il motivo del nostro ingresso in Germania, ci viene spiegato che in questi giorni, poiché si svolgerà il G7 in un castello nei pressi di Mittenwald dove sono attesi tutti i grandi della Terra, è stato temporaneamente sospeso il trattato di Shengen sulla libera circolazione in Europa e pertanto chiunque può essere soggetto a verifiche e controlli. Ovviamente un’auto con targa Italiana, in un piccolo valico di frontiera non passa inosservata ed è inevitabile che venga fermata. Poco male, i poliziotti sono gentili, quasi invidiosi di noi due, dopo che gli abbiamo spiegato l’obiettivo del nostro viaggio in Baviera.

Raggiunta Mittenwald e dopo aver trovato un parcheggio a margine della cittadina vicino a un bosco, iniziamo le operazioni: si fissano i bagagli sul portapacchi comprato su internet a prezzo stracciato e si verifica di non aver dimenticato nulla in auto.

Neanche il tempo di salire in sella che Daniele mi guarda perplesso chiedendomi quanto tempo fosse che non verificavo il pneumatico posteriore. Già, perché il mitico “tt crossmark” da 26 pollici (io infatti sono ancora “vintage” non avendo né una 29’ né tantomeno una 27,5’! ) presenta una bolla anomala di circa 2 centimetri di diametro che fuoriesce lateralmente. E’ panico! Non mi capacito di non aver controllato attentamente le ruote ed i pneumatici: non è da me, di solito sono attento ai particolari, come ho potuto commettere un errore del genere? O forse il pneumatico ha deciso di rompersi proprio questa notte ed era impossibile che io me ne accorgessi? Certo iniziare un viaggio di 150 chilometri in questo modo non è il massimo: è domenica e anche se si volesse sostituirlo, sarebbe impossibile trovare un negozio aperto. Decidiamo di verificare la tenuta della maglia laterale: non sembra proprio sul punto di aprirsi e forse una cinquantina di chilometri li può fare. Si decide di partire comunque, augurandosi di non rimanere a piedi in mezzo al nulla dei boschi Bavaresi.

Si parte! Appena cento metri ed il bagaglio fissato al mio portapacchi inizia ad ondeggiare andando a toccare la ruota: impossibile correre! Certo un inizio di questo tipo, non l’avevo proprio previsto! Che si fa? Si ritorna all’auto, si prende un rotolo di nastro isolante da elettricisti e si fissa il bagaglio ai supporti verticali del portabagagli: esteticamente non è un bel vedere, ma il risultato è eccellente. Bagaglio fissato perfettamente!

…e finalmente il viaggio che da Mittenwald ci porterà a Monaco di Baviera inizia davvero.

La giornata è serena, il cielo non promette più pioggia: solo un po’ di vento che fuori del villaggio si fa sentire, ma non ci ferma. L’obiettivo della giornata è seguire il fiume Isar fino a Bad Tolz. La segnaletica dell’Isarradweg, la pista ciclabile realizzata a lato del fiume è perfetta. Solo in qualche occasione è necessario fermarsi per individuare il corretto senso di marcia, ma raggiungere il borgo di Wallgau è decisamente facile. Ci fermiamo solo pochi minuti per scattare qualche foto nella piazza del paese: davvero un borgo bellissimo con hotel e ristoranti invitanti, dove decine e decine di poliziotti stanno presidiando la zona.

Vediamo anche i corpi speciali in tenuta antisommossa: un’immagine che male si sposa con la pace e tranquillità che solitamente regna in questo angolo di Germania.

Il tracciato lambisce uno splendido campo da golf: da qui inizia un breve tratto in salita che porta all’inizio della strada immersa nel bosco. Una serie di cartelli indicano che è vietato il transito ai veicoli a motore di grandi dimensioni: camion e  furgoni sono banditi. Incrociamo infatti solo qualche auto e motocicletta. E’ un ambiente bellissimo: la strada asfaltata  corre in mezzo al bosco con a sinistra le montagne e a destra, sotto di noi il fiume Isar. Sullo sfondo i monti del Karwendel, confine naturale tra Baviera e Tirolo. E’ talmente bella questa parte del percorso che ad ogni curva vorremmo fermarci per immortalare il momento. Ma il pensiero del pneumatico a rischio rottura ci fa desistere: rimanere a piedi qui significherebbe farsi almeno quaranta chilometri a piedi prima di trovare un villaggio con un meccanico per biciclette.

Corriamo e respiriamo a pieni polmoni: ci capita di pensare ai nostri amici che due anni fa raggiunsero Monaco valicando le Alpi e ci domandiamo come abbiano fatto.

Noi, comuni mortali e bikers della domenica, ci accontentiamo di provare l’ebrezza di un viaggio ben più corto e molto meno impegnativo.

Ma lo spirito è lo stesso e solo chi ama la mountain-bike può capire quello che si prova di fronte allo spettacolo della natura che scorre davanti noi.

Una sosta per controllare le bici, un panino lungo il fiume Isar dove non è raro trovare qualche escursionista: sembra davvero di essere in un film ambientato nelle Rocky Mountains, dove il fiume che scende verso valle ha ancora un carattere torrentizio in attesa di raggiungere la pianura e diventare un grande fiume.

Raggiunto il ponte di Vorderris attraversiamo il fiume e correndo su una strada in leggera salita, ma con il vento contrario, ci accorgiamo che il bagaglio di dieci chili si sente tutto quando si sale!

Raggiunto il Sylvensteinsee, il lago artificiale creato sbarrando il corso del fiume, lo dobbiamo riattraversare e in quest’area in mezzo alla vallata, il vento forte ci fa soffrire. Passato il ponte ci fermiamo per sistemare i bagagli e guardare il panorama che si apre sotto di noi. Mentre dietro abbiamo il lago, davanti si apre la discesa verso la vallata che porta a Bad Tolz, nostro obiettivo della giornata. 

L’area di sosta è ideale per bikers e ciclisti e qui non perdiamo l’occasione per una foto ricordo con due belle cicliste alle quali chiediamo informazioni sulla distanza che ci separa dalla nostra meta.

L’ebrezza della discesa ci ripaga dello sforzo compiuto attraversando il ponte controvento: si scende in velocità fino a riprendere l’Isarradweg, che da questo punto scorre nuovamente in mezzo al bosco fluviale. Lentamente le Alpi cominciano a scomparire dietro di noi, mentre la valle del fiume Isar si apre soprendentemente bella davanti a noi. 

Raggiungiamo il villaggio di Lenngries dove incontriamo diversi cicloturisti davanti ad una Caffè Pasticceria: considerati i tempi stretti, dovremmo proseguire, ma siamo curiosi di capire il motivo di tanta affluenza in questo locale.

La risposta è ovvia: un’offerta di pasticcini e torte a cui è impossibile rinunciare, che ci costringe a fermarci per provare le specialità del posto. 

Bad Tolz non è molto lontana, poco più di undici chilometri, che percorriamo in agilità.

Il percorso sterrato è battuto, ben segnalato ed attraversa un paesaggio quasi surreale, con una vegetazione simile alla macchia mediterranea, che ti fa dimenticare di essere in Germania.

Raggiungiamo la cittadina e prima di trasferirci in albergo decidiamo di visitare il centro storico: molto carino e ben tenuto, il centro della città è ricco di bar, caffè e negozi.

Tanti i turisti, molti dei quali in bicicletta, a conferma del fatto che, dove esistono piste ciclabili e tracciati ben segnalati, si incentiva una nuova forma di turismo su due ruote: in questo sicuramente noi Italiani dovremmo imparare dai nostri vicini Tedeschi ed Austriaci!

Terminato il nostro tour della città sull’Isar raggiungiamo la Pensione che abbiamo prenotato: un posticino senza troppe pretese, ma con una camera spaziosa e addirittura un divano, dove finalmente trovo sollievo appropriandomene!

E’ stata una bellissima giornata, che nonostante gli inconvenienti iniziali, si è rivelata più esaltante del previsto.

Abbiamo percorso 64 chilometri: ci aspetta una cena Bavarese nel ristorante dell’albergo e poi a letto.

Domani si riparte!

Lunedì 1 giugno

Trascorriamo una bella notte nel piccolo albergo che ci ospita ed al mattino dopo un’abbondante colazione, raccogliamo i nostri bagagli per prepararci alla partenza. Nel garage dell’albergo troviamo ancora le nostre biciclette (le avevamo nascoste con cura sotto a quelle di altri cicloturisti!), ma mentre mi accingo a fissare la borsa con il nastro da elettricisti, vedo Daniele discorrere in inglese con una signora di mezza età (…forse anche qualcosa in più) e scoppiare a ridere. E’ incredibile quello che stava succedendo: la signora, in gruppo con altri amici pensionati, aveva inavvertitamente preso la mountain bike di Daniele e non si era accorta dell’errore, fino a quando, nel tentativo di salire in sella, ha urtato il tubo orizzontale della bici. Risata generale di tutto il gruppo ed ovviamente non potevo lasciarmi scappare l’occasione di immortalare il mio fido scudiero in compagnia della sua nuova conquista! Quando si dice che le tedesche hanno un debole per noi Italiani!

Salutato il gruppo, ci dirigiamo verso l’ingresso dell’Isarradweg, dove una segnaletica perfetta ci indica direzione e distanze per raggiungere Monaco. Il primo tratto è una pista ciclabile asfaltata che corre sulla riva sinistra del fiume.

Alcuni strappi in salita ci ricordano che abbiamo 10 chili di bagaglio, ma ormai ci siamo abituati.

Attraversato un bellissimo bosco, arriviamo in una vallata che sembra la pubblicità della Baviera: prati, pascoli, e alberi secolari che disegnano un paesaggio idilliaco. E’ proprio quello che immaginavamo di trovare: questa è la bellezza del Sud della Germania. Le indicazioni per Geretsried ci fanno svoltare a destra dove una dolce salita ci porterà a lasciare la strada asfaltata per immergerci di nuovo nel bosco. Qui il percorso è più sconnesso, comunque fattibile con una mountain-bike, forse un po’ difficile con una city bike.

Il fiume scorre sotto di noi, quasi nascosto: bisogna infatti uscire dal tracciato per vedere il canyon scavato dall’Isar che in questo punto fa una curva a 360°. Sembra di essere in America, in uno di quei luoghi dove i cercatori d’oro andavano a cercare fortuna.

E’ un’atmosfera surreale perché il fiume continua a cambiare fisionomia ed è un autentico spettacolo: impossibile non fermarsi ad ammirarlo. L’idea che Monaco non sia poi così lontana ci autorizza a prendercela comoda.

Proseguiamo fino alla fine dello sterrato, che questa volta si rivela poco magnanimo nei confronti del bagaglio: ennesima breve sosta per fissare il portapacchi che continua a muoversi a causa dei sobbalzi. Tutto sommato la cosa non ci disturba più di tanto: ci stiamo rendendo conto che tutti questi piccoli imprevisti servono a farci fare esperienza per il prossimo viaggio che potrebbe essere anche più impegnativo.

Guardo il nostro road book: sul profilo altimetrico vedo ancora una bella salita, e mi preparo ad affrontarla. In realtà continuiamo a correre in un tratto pianeggiante e mi sto chiedendo dove sia questo tratto impegnativo. Svoltiamo a destra e corriamo a fianco di un canale artificiale, che esce dal fiume Isar.

In lontananza intravediamo un bellissimo ponte coperto in legno che lo attraversa: una volta raggiuntolo chiedo a Daniele di concedermi una sosta per una foto. Siamo nei pressi della locanda Aumuhle, una tipica gasthaus bavarese.

Da adesso il tracciato rientra nella foresta e, come previsto, ecco la salita! Sono quasi cento metri di dislivello, niente di trascendentale, ma il bagaglio fissato sulla bici rende tutto più impegnativo. Qualche curvone in salita, non proprio un tornante, ma qualcosa di simile, ci introduce in un grande bosco dove si sta effettuando il taglio programmato delle conifere. Gli alberi sono già stati tagliati e sono pronti per essere portati nelle segherie.

Continuiamo la nostra corsa, quando improvvisamente svoltando a destra il percorso diventa asfaltato e ci troviamo in una pista ciclabile che attraversa una bellissima zona residenziale, ricca di ville con giardino.

E’ un’autentica sorpresa: siamo già alla periferia di Monaco e precisamente a Grünwald. Ci guardiamo e quasi stupiti ci chiediamo “Ma siamo già arrivati? Che posto magnifico questo sobborgo: hai tutte le comodità della città, ma sei immerso nel verde, a ridosso della foresta!” Confesso che, nonostante io venga spesso a Monaco, non ero mai stato in questo quartiere e sono davvero estasiato dalla sua bellezza: mi rivolgo al mio compagno di viaggio ammettendo che non conoscevo questa zona a sud della città.

A questo punto arrivare in città sarà una formalità: non mi servono più la mappa, né tantomeno le indicazioni. Vado a colpo sicuro verso nord, correndo sulle piste ciclabili cittadine. Monaco è infatti la città tedesca che ha la più estesa rete ciclabile di tutto il Paese e dunque i ciclisti qui sono i benvenuti. Mi ricordo che a Grünwald c’è il Grünwalder Stadion, lo storico stadio dove giocava il München 1860, la seconda squadra di calcio di Monaco, meno famosa del Bayern, ma comunque una squadra storica che ha ancora tantissimi tifosi. E quando passiamo davanti al Centro Sportivo dei biancocelesti di Monaco, non posso fare a meno di fermarmi a dare un’occhiata.

Ancora qualche chilometro e saremo a Marienplaz, il centro di Monaco: è la prima volta che ci arrivo in bicicletta ed è una grande emozione. Non ho fatto nulla di epico e trascendentale, tutt’altro, ma vedere questa splendida città dalla bicicletta regala una grande emozione. Decido di far vedere a Daniele i punti più caratteristici: andiamo all’English Garden, il più grande parco urbano d’Europa dopo l’Hyde Park di Londra.

Qui la gente corre e passeggia sui viali, le ragazze in bikini prendono il sole e i surfisti si sfidano sulle rapide dei bracci del fiume Isar.

Siamo al centro di una metropoli, ma non te ne accorgi. Usciamo su Leopoldstrasse e raggiungiamo Marienplatz, il centro di Monaco. Due anni fa qui c’erano tre bikers del Bike Tribe che festeggiavano l’arrivo nella Capitale Bavarese.

Oggi ci siamo anche noi: abbiamo percorso 67 chilometri ed è stata un’altra bellissima giornata!

Prima di raggiungere l’hotel andiamo alla Stazione Centrale: qui acquistiamo i biglietti per l’indomani. Ritorneremo a Mittenwald con un treno regionale dove si possono caricare le biciclette. La signora della biglietteria, ci dice che è il nostro giorno fortunato: c’è un’offerta solo per questi giorni con uno sconto ulteriore per chi viaggia con bicicletta al seguito. Meglio di così non poteva andare: il pneumatico della mia bici ha tenuto, non abbiamo avuto inconvenienti e dunque possiamo festeggiare.

Portiamo i bagagli al Cocoon Hotel, vicinissimo alla Stazione: una doccia, ci cambiamo e poi tutti in centro. La serata è lunga. Andremo a cena in un altro locale che da tempo volevo visitare: è il München 1972, un bar dove si può anche mangiare, ma dove l’attrazione principale sono i cimeli dell’Olimpiade di Monaco.

C’è un bel po’ di gente, giovani soprattutto e si capisce che il locale è molto noto: d’altro canto a Monaco di sera c’è l’imbarazzo della scelta. La città ha centinaia di locali dove è impossibile annoiarsi: in questo è davvero poco tedesca e molto mediterranea.

Forse è per questo che mi piace così tanto: qui il rispetto delle regole è nel dna degli abitanti. E’ difficile trovare qualcuno che non paghi il biglietto dei mezzi pubblici (le multe sono salatissime!), nessuno si permette di buttare rifiuti per terra e c’è il massimo rispetto per quello che è il patrimonio pubblico.

Ma i Bavaresi sono anche un popolo che ama divertirsi e in questa città ogni giorno ci sono eventi e feste.

Credo che anche Daniele sia rimasto felicemente sorpreso da questa città!

Martedì 2 Giugno

Il treno per Mittenwald parte alle 10,30 e dunque abbiamo tutto il tempo che ci serve per un ultimo giro turistico della città. Una volta arrivati in stazione, in attesa del nostro treno, trascorriamo il tempo all’interno dell’edicola internazionale che è proprio davanti al nostro binario. Uno sguardo alle riviste di mtb tedesche  non guasta mai, visto che sono anche le due riviste con la maggior tiratura in Europa, immagino per la loro competenza e attualità.

Il viaggio verso Mittenwald è rilassante: abbiamo le bici in bella vista sulla parte finale del vagone. Noi siamo beatamente seduti su poltroncine rialzate e ci gustiamo il panorama oltre a leggere le brochure sugli itinerari ferroviari consigliati da Deutsche Bahn per gli appassionati di cicloturismo. Quando intravediamo la sagoma delle Alpi capiamo che il nostro viaggio è arrivato al termine: un pizzico di nostalgia ci sfiora, ma in realtà stiamo già pensando al prossimo viaggio.

E così fissiamo già una data: il ponte del 2 giugno 2016. Dove andremo? Abbiamo già qualche idea, ma non ne parliamo: vogliamo lasciarvi il gusto della sorpresa!

Scarica il racconto in formato .pdf

Leggi la Guida di Viaggio su Tribe Magazine